Molti pensano che la memoria sia una dote destinata solo a pochi eletti.
Quello che è vero, invece, è che non sempre la teniamo in allenamento nel modo giusto. E’ un po’ come andare in palestra: se alleno il mio corpo con costanza la mia resistenza all’esercizio fisico sarà sicuramente più elevata.
In realtà quello che succede è che noi sfruttiamo solamente circa il 10% delle nostre potenzialità lasciando inutilizzato il restante 90%.
Non voglio fare qui un trattato scientifico di come siano fatti la nostra memoria e il nostro cervello, ma semplicemente mettere in evidenza alcune caratteristiche importanti ai fini dell’apprendimento.
E’ importante sottolineare che la nostra memoria è perfetta nella fase del deposito delle informazioni ma non altrettanto nella fase del richiamo.
Tutte le informazioni che incameriamo rimangono sì nella nostra mente ma in ordine sparso ed è per questo motivo che spesso abbiamo dei problemi nel momento in cui dobbiamo richiamarle. Per fare un esempio immagina di avere un vocabolario della lingua italiana con i termini posti in ordine casuale anziché in ordine alfabetico. E’ facile intuire che la ricerca di una parola diventerebbe un compito molto impegnativo. L’obiettivo delle tecniche di memoria è proprio quello di andare a depositare le informazioni in ordine così da migliorare, rendendola più semplice, la fase del richiamo. Sicuramente vi sarà capitato di avere la classica parola sulla punta della lingua. Quando qualcuno ce la suggerisce e noi confermiamo l’esattezza dell’informazione, significa che c’è stato un ripescaggio nel nostro deposito disordinato.
Il deposito può essere reso ordinato sfruttando le altre caratteristiche della nostra mente:
- MEMORIA VISIVA.
Gli studiosi ci insegnano che circa l’80% della nostra memoria funziona bene per immagini. Ecco una dimostrazione: prova a pensare al Colosseo.
Sicuramente nella tua mente sarà apparsa l’immagine del monumento piuttosto che la scritta “Colosseo”.Oppure pensa ad una festa in cui ti vengono presentate svariate persone: probabilmente se le incontrassi nei giorni seguenti riconosceresti i loro volti, ma probabilmente non ricorderesti il loro nome. Già capitato vero? Questo avviene perché il viso è un’immagine concreta mentre il nome è un concetto astratto e di conseguenza sfugge con molta più facilità.
La memoria fotografica è una parte di questa memoria visiva. Riflettiamo anche su questo: i libri delle elementari e delle scuole medie sono ricchi di immagini; pian piano che si sale di livello scolastico i libri diventano sempre più scarni di immagini fino ad arrivare all’università dove non c’è praticamente differenza tra un libro di economia, scienze dell’educazione, giurisprudenza… tutte scritte, qualche povero grafico ma le immagini e i colori scarseggiano. Ma abbiamo detto che la memoria è visiva…. Pensa già allo sforzo che si deve fare per ritrasformare in immagini frasi scritte!
Pensa anche a quando si acquista un mobile con il kit di montaggio. Se trovo le istruzioni sotto forma di immagini è molto più intuitivo capire il da farsi che se avessi le stesse istruzioni tutte scritte. E soprattutto il linguaggio delle immagini è unico, mentre le istruzioni scritte andrebbero tradotte in tutte le lingue per essere comprensibili da tutti i Paesi.
- MEMORIA ASSOCIATIVA. Ti sarà certamente capitato di sentire una vecchia canzone e ritornare con la mente a qualche episodio della tua vita a cui quella musica era collegata. Oppure conoscere una persona col tuo stesso nome e ricordarlo più facilmente rispetto agli altri.
Sarai anche d’accordo sul fatto che un argomento capito si ricorda meglio di uno imparato a pappagallo. Capire significa in realtà creare una catena associativa tra un argomento importante e l’altro. Questo è il principio dell’associazione.
- IMPORTANZA DELLE EMOZIONI.Se tu dovessi andare in mezzo alla piazza della tua città e memorizzare esattamente come sono vestite le prime 100 persone che passano, sicuramente avresti qualche difficoltà. Ma se tra queste ce ne fosse una vestita in modo molto stravagante, di certo la noteresti. Questo perché le emozioni che proviamo incidono pesantemente sui nostri ricordi. Se ti chiedessero di pensare ad un avvenimento qualsiasi del tuo passato, probabilmente ne ricorderesti uno particolarmente positivo o negativo. Se ti chiedessi di ricordare che cosa hai mangiato una settimana fa, non credo che lo ricorderesti con esattezza eccetto in due casi: ero a mangiare ad una festa oppure ho mangiato un cibo avariato e sono stato malissimo! Il principio è che si ricorda molto meglio tutto ciò che si distoglie dalla normalità.
Perché queste caratteristiche sono importanti?
Immagina di passeggiare con un tuo amico in centro città. Ad un certo punto scivoli su una buccia di banana e cadi a pelle d’orso in una pozzanghera! Il tuo amico parte con una grande risata!! Poi ti aiuta ad alzarti e vedi che tutti si sono fermati a guardarti! Vorresti sprofondare dalla vergogna e in circostanze tipiche la classica frase è “non mi sono fatto niente” anche se state malissimoJ
Un episodio del genere è molto probabile che rimarrà nella tua memoria per sempre! 10 anni dopo ripasserai da quel luogo con il tuo amico e riderete insieme!
La domanda è: perché questo ricordo che ho vissuto una sola volta è rimasto lì e il capitolo di storia che ho ripassato 20 volte alla fine me lo scordo?
Perché ricordo più facilmente un film che mi parla di quel capitolo di storia?
La risposta è semplice: in questi casi sto usando memoria visiva, memoria associativa ed emozione!
Per studiare il capitolo di storia (leggo e ripeto…) non uso niente di tutto questo e l’emozione che domina è l’apatia!
La conclusione di questo ragionamento è quindi la seguente:
se io potessi sfruttare in ogni situazione memoria visiva, associativa ed emozione, avrei dei ricordi molto più duraturi.
Le tecniche di memoria si basano proprio su questo fondamentale concetto.
Mara Bonucci